L‘articolo pubblicato nel Ul Batacc, periodico di arte, cultura, spettacolo e benessere della Svizzera Italiana e Insubria, marzo 2013.

Nel primo anno della seconda metà di secolo di nuova vita, il carnevale di Roveredo, la Lingera, ha voluto aprirsi al teatro come forma di divertimento e al tempo stesso momento di convivialità.

E lo ha fatto invitando Yor Milano, uomo di palcoscenico conosciuto e navigato, nonché promotore del Teatro popolare della Svizzera italiana (TEPSI), per animare il pranzo che la Lingera offre ogni anno ai roveredani della “bella età”.
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Nella palestra comunale in Riva, Yor Milano ha saputo condire il gustoso pranzo di ingredienti a base di sapiente ironia, coinvolgendo i commensali, facendoli cantare, strappando loro un sorriso e una risata che non guastano mai, anzi rendono la vita più bella. È stato un bel momento, che ha rafforzato la convivialità ed ha fatto dimenticare, almeno per un momento, le quotidiane tribolazioni della vita.

Non fosse altro per questo, l’idea del comitato della Lingera è meritevole d’encomio e Yor Milano merita un vivo ringraziamento. Thuspicio è che non si tratti di un evento isolato, ma che la bella esperienza possa avere in seguito. Sicuramente a beneficio della “bella età” di Roveredo e magari – chissà – anche del teatro, con qualche roveredano che, opportunamente stimolato, decida di emulare i due miti nostrani: el Gepe e la Lena.

Come si suol dire in casi del genere, se son rose fioriranno. D’altronde, nel Moesano una tradizione teatrale esiste già; non solo, ma a Roveredo essa ha uno stretto legame con il carnevale. Come non ricordare le sirenette nella vecchia palestra con il “miticò Duo Vun e Mezz (Germano e Esildo) a tenere banco, i giovani cantanti allo sbaraglio (fra cui il sottoscritto), !orchestra nostrana ma assai performante diretta dal maestro Luigi Rattaggi, la regia attenta e premurosa di Giuseppe Küng!

E come non ricordare i cabaret del Collettivo Nigott nel capannone della Lingera! Ricordi bellissimi e momenti indimenticabili, fatti rivivere anche nei due libri pubblicati per il venticinquesimo (1987) e per il cinquantesimo (2012) di nuova vita della Lingera.
Roveredo e il carnevale son un tutt’uno e Lingera non è un termine casuale. Nella prefazione del libro per il cinquantesimo, il carnevale roveredano viene definito un fenomeno sociale e di costume,

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propositivo e creativo, intergenerazionale come non pochi nonché un fenomeno culturale, di una cultura viva e autentica che si fonda su una storia dalle radici solide e profonde.

Con un tentativo di spiegazione del nome, tenuto conto che gli albori del carnevale roveredano vanno fatti risalire al primo Novecento. È facile spiegare, se torniamo indietro nel tempo, che la popolazione di Roveredo viveva con inquietudine la crisi che seguì la prima guerra mondiale.

La diffusione dei totalitarismi in Europa non permetteva certo alla gente comune di vivere “alla leggera”. Da qui l’idea di organizzare una festa popolare. Una festa per divertirsi, mangiare e bere in abbondanza, scaricare le preoccupazioni.

Ed è anche facile dedurre perché i roveredani abbiano adottato il nome Lingera per il loro carnevale: festeggiare “alla leggera”, oppure vivere alcune ore non da persone serie ma, appunto, da “lingera”. Sono cambiati i tempi e con essi le condizioni di vita.

Ai roveredani non è però mai venuta meno la voglia di essere, almeno una volta all’anno, dei “lingera”. E così – ne siamo certi – continuerà ad essere. È partendo da questi presupposti che, nelle sue varie forme, il teatro dev’essere inserito nel contesto del carnevale di Roveredo. Si tratta ora di far germogliare il seme, di far crescere una pianta rigogliosa, di creare una sinergia vincente e affascinante: Lingera e TEPSI insieme per celebrare il carnevale come teatro della vita.