Giornale del Popolo, 17 Ottobre 2013

A dieci giorni dalle elezioni suppletive di tre municipali, ripercorriamo fatti, personaggi e polemiche sempre d’attualità nelle vicende del polo basso­mesolcinese.

Roveredo, detto comunemente Rorè. Polo  bassomesolcinese di poco più di 2.500 abitanti, tranciato in due da un’autostrada e che da un paio d’anni vive un caos politico-istituzionaleche l’ha portato ad essere commissariato da Coira. Tanti protagonisti di vicende, sgambetti, diktat e porte sbattute che fanno di Rorè un esempio poco edificabile della concordanza, della concertazione, del compromesso, tutti punti di forza del modello svizzero di amministrazione pubblica. E non è che le imminenti elezioni suppletive per sostituire tre dei cinque municipali – compreso il sindaco – che si sono dimessi, possano mettere la parola fine ad una telenovella che ha tutti i crismi per definirsi infinita. Come una soap opera.

Bertossa getta la spugna

A Rorè s’è sempre litigato quando c’è stata di mezzo la politica. Tra liberali e popolari-democratici, innanzitutto. Quindi con qualche terzo incomodo socialista: L’avvento del Gruppo Nuove Risorse, lista civica trasversale ma con una forte connotazione di sinistra, prima in Consiglio comunale e poi in Municipio, ha da una parte rotto l’egemonia dei partiti storici (che poi si sono alleati), ma ha dato anche il via ad una nuova stagione di crisi ed impasse istituzionali. Dopo alcune schermaglie referendarie, che ha visto il Municipio uscire un po’ con le ossa rotte, il primo segnale che al Centro Regionale dei Servizi, sede di Consiglio comunale e Municipio di Roré, c’era un clima insalubre lo si è avuto nella primavera del 2011. Dopo nemmeno sei mesi dall’incarico, Michele Bertossa, rappresentante e outsider  di  Nuove  Risorse, eletto sindaco in novembre con un plebiscito di voti personali, getta la spugna. Motivi personali, dice, ma anche rapporti non troppo idilliaci con gli altri colleghi di Municipio e con alcuni consiglieri comunali. Il subentrante è Alessandro Manzoni, che però non vuole fare il sindaco poiché, sostiene, sarebbe una lotta impari contro tre ex sindaci che siedono con lui in Municipio: i liberali Romano Albertalli e Ivan Galli e il PDC Carlo Stanga. Manzoni resta fino alle elezioni dell’Esecutivo, il 28 agosto 2011, che vedrà il ritorno di Romano Albertalli alla guida del Comune. Quindi, in rapida successione, le dimissioni di Carlo Stanga (PDC), sostituito da Luigi Fibbioli, e del vicesindaco Ivan Galli (PLD), con l’ingresso di Franco Albertalli. Il Municipio all’inizio del 2012, cioè un anno dopo l’inizio della legislatura, è così composto: Romano Albertalli (sindaco), Franco Albertalli (PLD), Luigi Fibbioli (PDC), Cinzia Fibbioli-Rigotti e Giovanni Gobbi, entrambi di Nuove Risorse.

Municipio sconfitto

Nei primi mesi del 2012, a parte qualche schermaglia tra Fibbioli e Gobbi sulla  ripartizione dei rispettivi  dicasteri; a Roveredo sembra esser tornato  il sereno  istituzionale. Il Municipio però è sconfitto  nel referendum sull’aumento del moltiplicatore  al 120%  e anche  il clima politico  torna  a.d  arroventarsi.   In  maggio si dimettono Giovanni Gobbi e Cinzia FibbioliRigotti, quindi anche la maggioranza del Consiglio comunale (12 consiglieri su 21) si auto-sospende. Un vero e proprio ammutinamento che, di fatto, ingessa la compagine  guidata  da Romano Albertalli, il quale si consola con la caduta dell’ultimo diaframma della galleria autostradale sulla Al3 che permetterà a Roveredo di ricucire il paese. Seguono mesi di trattative tra i municipali ribelli e i colleghi, si trova l’accordo sulla nomina di un mediatore,  l’ex giudice Lorenzo Anastasi, ma la situazione ed i rapporti interpersonali nell’Esecutivo si sono incancreniti fintanto che nel gennaio dell’anno in corso. scoppia il bubbone: Romano e Franco Albertalli con Luigi Fibbioli si dimettono, mentre Nuove Risorse tiene botta e resta in Municipio con i due suoi rappresentanti. La crisi però è con­ calmata, Rorè è senza guida politica, tocca a Coira intervenire.

Arriva il commissario

Lorenzo Anastasi, che per mesi ha inutilmente tentato di mediare tra le due fazioni municipali, viene nominato dal Governo grigionese commissario straordinario e assume anche l’incarico di sindaco. Insieme a Cinzia Fibbioli-Rigotti e a Giovanni Gobbi (vicesindaco), Anastasi si occupa dell’amministrazione ordinaria, ma il Municipio a tre non disegna anche di portare avanti dei progetti, come ad esempio la nuova sede della Scuola dell’infanzia (vedi sotto). Nel frattempo si indicono le elezioni suppletive dalle quali, però, liberali e popolare democratici si chiamano fuori.

E Brenno Martignoni?

Al momento di presentare le candidature, l’ennesimo colpo di teatro; tra i pretendenti alla carica di municipale c’è anche Brenno Martignoni. L’ex sindaco di Bellinzona, diventato nel frattempo Re Lingera, il monarca del Carnevale di Roveredo (regna insieme alla moglie Stefania) si propone con la sua lista Il Noce. La sua discesa in campo scombussola un po’ la quiete – si fa per dire – delle due sponde della Moesa, a cominciare da un ricorso sulle firme dei proponenti e dalla sua ineleggibilità, considerando che Martignoni non risiede a Ma prima il commissario-sindaco Lorenzo Anastasi e poi anche il Tribunale amministrativo di Coira danno il nulla osta alla candidatura del leader e fondatore del Noce. Le elezioni suppletive sono fissate per il prossimo 27 ottobre, ma nel frattempo un altro fulmine a ciel sereno scuote la vita politica di Rorè: Brenno Martignoni annuncia di ritirarsi dalla corsa per la poltrona di municipale (e chiaramente sindaco) del capoluogo della Bassa Mesolcina. All’avvocato bellinzonese con origini mesolcinesi (da parte dei genitori) è bastato respirare un poco l’aria di Rorè per intossicarsi e chiamarsi fuori dalla contesa. Ma il regolamento per le elezioni comunali non prevede la rinuncia dei candidati, quindi Brenno Martignoni sarà in lista “obtorto collo”. E magari, prenderà un sacco di voti personali, tanto perché a Roveredo non si fanno mancare niente, nemmeno l’elezione di un sindaco-ombra.

Sei candidati (meno uno) per il nuovo Municipio

Tre chiamate alle urne in tre anni, una media da far impallidire qualsiasi paladino della concordanza. Il 27 ottobre gli aventi diritto di Roveredo si recheranno per la terza volta dal 2011 ad eleggere i propri rappresentanti in seno all’Esecutivo. Dopo le dimissioni dell’ex sindaco Romano Albertalli e dei colleghi Franco Albertalli e Luigi Fibbioli, infatti, restano tre poltrone vuote in Municipio. E ad occuparle si sono candidati in sei. Si tratta di Sandro Rigotti (Nuove Risorse), Egon Pizzetti (Rorè),  Manolito Boris Lucchini (Roré), Guido Schenini (Ps), Dario Fibbioli (UDC) e Brenno Martignoni (Noce). L’ex sindaco di Bellinzona, però, ha ribadito anche recentemente di chiamarsi fuori la contesa e di rinunciare alla elezione, procedura formalmente irregolare, non prevista dal regolamento comunale, come ha decretato Lorenzo Anastasi, sindaco-commissario di Roveredo, dopo essersi consultato anche con Coira. Il progredire della crisi istituzionale a Roveredo, però, potrebbe rendere inutile l’elezione dei tre municipali mancanti. Dopo le dimissioni – rientrate – dei due municipali superstiti di Nuove Risorse, infatti, i responsabili dei vari partiti, tranne i liberali, si sono accordati per una lista di concordanza che dovrebbe traghettare l’Esecutivo fino alla fine della legislatura. È già stato costituito un gruppo di ricerca di candidati alla lista di concordanza composto da Diego Dossi (PDC), Daniele Togni (Nuove Risorse) Clara Rossini (Ps) e Roberto Somaini (UDC). Non è escluso che gli stessi componenti della commissione cerca possano poi far parte della lista di concordanza, alla quale mancherebbe un solo rappresentante per chiudere il cerchio della compagine municipale…  di transizione.