“Corriere del Ticino”, 19 settembre 2020

Gli organizzatori dei bagordi bassomesolcinesi prima di eventualmente annullare l’edizione 2021 a causa della pandemia intendono discuterne con i preposti uffici cantonali e con la Regione Moesa – Il summit decisivo è in programma in ottobre.

La Lingera scende dal carro e si smarca dai «cugini» ticinesi. Il carnevale di Roveredo deciderà autonomamente se organizzare o meno l’edizione 2021 e, in caso di risposta affermativa, in che forma e con quali modalità nel rispetto delle disposizioni emanate dalle autorità per arginare la diffusione del coronavirus. Lo ha deciso negli scorsi giorni il comitato, come ci ha spiegato ieri il presidente Simone Giudicetti. Il perché è presto detto: pur se le norme di Berna valgono chiaramente per tutti, il Cantone è un altro. E quindi gli organizzatori dell’evento principale della valle devono discuterne con Coira e con la Regione Moesa. Ciò che avverrà nel mese di ottobre, stando a quanto ci risulta, in un incontro a porte chiuse che si terrà nella capitale retica con i preposti uffici.

Le incognite sul tavolo

«È una decisione difficile da prendere alla luce dell’emergenza sanitaria. Vanno ponderati diversi aspetti. Anche se deve essere chiaro che la salute viene prima di tutto. Su questo non ci piove». Sono mesi passati ad arrovellarsi il cervello per capire cosa fare e, soprattutto, come farlo. Notti insonni per Simone Giudicetti e i suoi infaticabili colleghi, insomma. Ogni ipotesi, al momento, è aperta. Anche se si è ben consapevoli che servirà un miracolo o poco meno per poter organizzare una Lingera come quelle alle quali siamo abituati: sei giorni di bagordi, compreso il corteo mascherato del sabato, l’appuntamento clou. Vero, da ottobre le grandi manifestazioni con oltre 1.000 persone, come deciso dal Consiglio federale a metà agosto saranno consentite a severe condizioni e previa autorizzazione. Devono cioè essere approvate dai Cantoni sulla base dell’andamento epidemiologico del momento, con inoltre la possibilità di richiedere il tracciamento dei contatti. Capirete che un carnevale non si può organizzare cinque minuti prima di mezzanotte. E se a fine gennaio – inizio febbraio, quando dovrebbero tenersi i bagordi, i contagi nel Moesano dovessero essere numerosi? Vorrebbe dire aver lavorato dietro le quinte per nulla, con grande dispendio di forze e di soldi.

Vanno coinvolte le autorità di Coira alle quali compete il rilascio o meno dell’autorizzazione. Mentre i principali frizzi e lazzi ticinesi a breve dovrebbero confermare la rinuncia alle manifestazioni.

Una semplice risottata?

Ecco dunque che la via più praticabile sembra essere quella di un’edizione in tono minore. Il comitato sta vagliando diverse alternative. Si potrebbero immaginare, ad esempio, solo degli enti «ristretti», come la risottata popolare. Certo è che se i principali carnevali ticinesi, come appare probabilissimo, non dovessero svolgersi, la Lingera rinuncerebbe sicuramente al  corteo. Vi è poi la questione dei frizzi e lazzi «minori» (da San Vittore a Soazza passando per Lostallo e Mesocco), per così dire, che in Mesolcina sono una decina. Loro cosa faranno? La decisione di Coira varrà per tutti?

Il Rabadan e gli altri.

Due parole, infine, sui bagordi ticinesi. Nelle prossime settimane è attesa verosimilmente fa conferma della rinuncia all’edizione 2021 del Rabadan di Bellinzona, del Nebiopoli di Chiasso, di Or Penagin a Tesserete e di Naregna a Biasca. Come ricorderete gli organizzatori lo scorso 18 agosto avevano dato al Consiglio di Stato la loro disponibilità ad annullare i rispettivi bagordi a causa della pandemia.