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L’intervista con Brenno Martignoni, politico di razza, già sindaco dei Castelli (di Bellinzona) e dal 2013 re della Lingera di Roveredo, uno dei Carnevali più “sentiti” e frequentati della Svizzera Italiana, pubblicata nell’edizione del 3 marzo 2019 “Il Mattino della Domenica”.

Il regno della Lingera è in mani salde. Ma bisogna sempre stare attenti alle turbolenze. Soprattutto a Roveredo…

In effetti, è una zona calda, dove sempre si muove qualcosa. E bisogna dire che quando si accendono gli animi non ci sono mai mezze misure. Perché qui le emozioni sono fortissime, così come i fronti subito si surriscaldano su piccoli e grandi temi. Tanta, tantissima energia, che fa sì che non si crei una netta distinzione tra regno Lingera e governo costituito. Di certo, di anno in anno, non facciamo fatica a trovare argomenti su cui focalizzare il passaggio dei poteri. Il momento della consegna delle chiavi è diventato anzi un osservatorio privilegiato su vicende che spaziano dal particolare a vicissitudini di ampio respiro. Comunali, cantonali, federali e internazionali.

Nei sei giorni carnevaleschi, i sudditi l’hanno riverita e vezzeggiata. Ma c’erano anche dei cospiratori. Vero?

Come ogni compagine governativa, la Dinastia Boeri non fa sempre l’unanimità… La Lingera ha però il magico potere di mettere tutti d’accordo, plebiscitando questa festa sentita e attesa. Senza colpo ferire. Un evento di comunità vissuto fino in fondo da grandi e piccini. In pratica, su tutto l’arco dell’anno. Negli occhi dei bambini, nei volti della bella età e nelle diverse presenze leggiamo il sincero apprezzamento di chi ci aspetta con simpatia e ci vuole genuinamente bene.

Non è stufo di portare la corona? Per lei e la regina dev’essere molto impegnativo. O forse lo era di più dirigere lo Stato dei Castelli?

Veramente le dinamiche non sono poi troppo diverse…Vocazione e sacra fiamma aiutano a reggere nel tempo la corona con passione e entusiasmo. Anche se il sigillo di dinastia non è propriamente una corona…ma un “coroncilindro”. E ha un significato preciso… Quando 57 anni fa fu rifondata la Lingera, allora, la discussione si incentrò sul regime da adottare: monarchia o repubblica? Dopo un inizio repubblicano si trasformò in monarchia assoluta. Il ritorno della Dinastia Boeri ha segnato il passaggio a una monarchia costituzionale, con la nostra elezione democratica (prima nella storia) il 6 ottobre 2012. Ecco spiegato perché il copricapo è una corona che cinge il cilindro. Ecco perché ci definiamo una grande famiglia reale allargata con caratteristiche puntuali.

Quando ero sindaco di Bellinzona, la Città contava 18’000 abitanti. A Roveredo per la Lingera siamo in 20’000… Se consideriamo l’interezza del popolo del carnevale, la dimensione è di suffragio universale. Una distesa senza confini.

È andato tutto liscio nella …sei giorni? Ci sono stati fermi per ubriachezza o per eccessi di velocità (in Mesolcina il comandante della polizia è nipote di Rambo)? E i tassisti hanno litigato per spartirsi il territorio?

Nulla di tutto ciò. Fortunatamente, la maggioranza dei nostri avventori è sana e costituisce lo zoccolo duro dei carnevali. È a loro che pensiamo, curando di affinarci, di edizione in edizione. Si tratta di accendere i riflettori (e di tenerli costantemente accesi!) sul concetto di festa ricorrente, in quanto tale. Avvicinare e preparare i bambini e i ragazzi, con l’aiuto delle scuole, fin dalla più tenera età, ai momenti comuni. Lavori in classe, partecipazione al corteo, gruppi, carri, comparse, costumi. Partendo da molto lontano, lavorandoci sopra già nei mesi che precedono il carnevale. Così, si mostra, coi fatti, che la festa è un avvenimento ricorrente, qualcosa che cresce nel tempo. Come già facevano i nostri nonni e genitori. Grandi e piccini sono coinvolti. Momenti sociali. Nelle visite alle scuole e alle cose di riposo. Una storia che va avanti da generazione in generazione. È come quando, in vista del Natale, si studiano gli addobbi. È il senso di allestire un bel costume, a tema. Pensando alla satira e all’ umorismo costruttivo, che rappresentano i cardini dell’evento. Tutti questi contenuti esaltano le celebrazioni. Le ancorano alla realtà e fanno sì che chi vi partecipa si senta parte della collettività e non un “io” isolato. Rapportarsi al carnevale, significa volergli bene, viverlo in comunità e quindi celebrarlo assieme agli altri, per farlo crescere e prosperare, come un bene comune, che appartiene a tutti e che deve stare a cuore a ognuno!

La sfilata del sabato è stato un successo. Ma forse lo sarebbe stato di più se sui carri ci fossero saliti i politici. A proposito: chi ci avrebbe messo sopra?

La politica è da sempre al centro delle rappresentazioni e con essa le figure di riferimento della cosa pubblica. Indipendentemente se sui carri o meno. Le questioni locali fino agli argomenti di importanza sovranazionale non possono mancare all’annuale censura rituale. “Castigat ridendo mores”. È il grande valore della satira e dell’ironia, di cui la democrazia non può fare a meno. Per il politico un tangibile metro di popolarità.

Si dice che Lei abbia invitato Bixio Caprara…

Beh, anche lui, come tutti, sarebbe certamente il benvenuto…

Il carrozzone della politica è davvero un carnevale?

Non è la politica ad essere un carnevale. Così come il carnevale non deve essere sinonimo di eccessi e prevaricazioni. L’arena politica di per se dovrebbe essere luogo di positivo e costruttivo confronto. Il carnevale, dal canto suo, è un “sacro” momento, per grandi e piccoli, in cui, ogni anno, per qualche giorno, accantoniamo i crucci e le tribolazioni quotidiane, per una parentesi di rigenerazione positiva. Significa che, pur se trasformati, sempre facciamo parte della società civile e delle sue regole. La partecipazione al carnevale implica pacifica convivenza. Così come essere impegnato sul fronte politico richiede attenzione e ascolto. In entrambi i campi viene sempre e comunque prima il rispetto delle persone e delle cose. Così politica e carnevale sono lati della stessa medaglia.

La maschera della politica più bella?

La buona politica. Quella che non perde di vista la base. Quella che mette giù ponti. Che tende la mano. Che non fa paura. Che dà sicurezza. Che fa riprendere schiettamente il contatto con le persone e fa ridare fiducia e speranza alle cittadine e ai cittadini.

Ma il re sino a quando resterà sul trono? Non ha voglia di tornare nell’arena politica?

La monarchia del capoluogo mesolcinese non è una di quelle che stanno comodamente sedute sul trono a guardare. L’ampia Corte della Dinastia Boeri, con le sue Contesse, i suoi Conti, Re e Regina è sempre in movimento. Anima le edizioni della Lingera dal 2013, proponendosi, di anno in anno, anche oltre i confini, in forma itinerante e pastorale, con un suo carro allegorico a tema. Atmosfere e ambientazioni per grandi e piccini. Balli, coreografie, costumi, rappresentazioni. Reggenti in missione. Ambasciatori di una sentita Festa con tradizioni, per promuovere un’intelligente allegria e un sano divertimento. Più arena politica di così…

Dicono che lei voglia allargarsi e puntare alla corona del Rabadan…

A furor di popolo… La Dinastia Boeri sta già marciando su Bellinzona. Anche quest’anno, come sempre, sarà presente domenica al Rabadan. Carro numero 41 al grande corteo mascherato. “Puffiamo referendum! Nel blu dipinto di blu…”